Sicuramente qualcuno rammenta il film di animazione di Enzo D’alò “Momo, alla conquista del tempo” (è lo stesso regista de La Gabbianella e di Opopomoz, film che considerato anche il periodo consiglio vivamente di vedere o rivedere). Oggi mi sento un po’ come Mastro Hora, il custode di quel tempo, o meglio il guardiano del tempo che passa, sempre uguale, anche se per ognuno la percezione è diversa: lungo… corto… intenso… noioso.
Il tempo durante la pandemia ha fatto il suo mestiere, così come il Virus peraltro, ma non è passato invano. Il tempo non passa mai senza lasciare un segno, senza cambiare le cose, anche se ce ne accorgiamo solo dopo, quando tutto è compiuto. Questo tempo così strano ha influito sulle persone e nel loro modo di stare insieme, sulle organizzazioni e nel loro modo di lavorare e, visto che ogni tanto ci distraiamo, ci ha ricordato che si tratta di una risorsa per definizione “scarsa e finita”.
Per questo riteniamo utile prendercene un po’ per fare il punto, con l’intenzione di capire e condividere come questo tempo sia stato utilizzato, perché è prezioso e non deve essere sprecato. I periodi di solitudine collettiva ed individuale che abbiamo vissuto hanno riportato l’attenzione su quello che più ci sta a cuore: le persone. Senza di loro nulla ha più senso. Non riusciamo a sentirci utili, non possiamo essere felici, ma soprattutto, non possiamo.. essere! Così come senza tempo non possiamo esistere.
Su questi due elementi, persone e tempo, abbiamo voluto “misurarci” anche quest’anno sul valore prodotto assieme alle organizzazioni non profit che ci hanno dato credito e fiducia, nel periodo che va da settembre 2020 a settembre 2021. I numeri ci confortano e danno conto oggettivamente del fatto che questo tempo è stato ben impiegato.
Le persone aumentano rispetto al 2020! Quelle che donano il proprio tempo, quelle che donano risorse ed anche quelle che in questo mondo ci lavorano: 45 nuovi posti di lavoro nel settore.
Produrre bene comune, questo è il nostro demone buono, quello con cui ogni giorno facciamo i conti, sia perché non sappiamo fare diversamente sia perché siamo convinti che sia semplicemente giusto così, coerente con ciò che siamo e che vogliamo essere.
In questo periodo così impegnativo abbiamo rilanciato, sempre e ancora, abbiamo investito nel nostro Fondo Filantropico presso Fondazione Italia per il Dono, abbiamo vissuto l’esperienza del nostro primo Bilancio del Bene Comune e lo abbiamo pubblicato, abbiamo realizzato l’EDEN di FPP, la nostra foresta che in tre anni conterà circa 500 alberi piantati tra l’Africa e il Sudamerica e che compenseranno il triplo delle emissioni che produciamo con le nostre trasferte lavorative. Tutto questo nella convinzione che si possa e si debba migliorare la qualità e la quantità del tempo di permanenza della nostra specie in questo meraviglioso, e unico, pianeta.
È stata una corsa quella che ci ha visto protagonisti in questi mesi, ora riprenderemo un po’ di fiato, ma abbiamo già visioni, progetti, iniziative per il prossimo futuro al grido di EUDAIMONÌA, secondo la formula delle “due effe”: Fiducia (nel futuro) e Felicità (per tutti). La prima per nutrire la seconda, la seconda per alimentare la prima.
Questo è il tempo che “passa” in modo costruttivo, che produce bene per sé e per gli altri, che cambia il mondo, lo rende migliore e in cui tutti vincono.
Consapevolmente privilegiati, certo, ma anche contemporaneamente responsabili del ruolo che possiamo e dobbiamo esercitare in ogni organizzazione ed in ogni comunità.
Ecco perché abbiamo deciso di dedicare del tempo per condividere con le persone che lo desiderano, quello che abbiamo imparato quest’anno, il nostro “mestiere di costruttori di un mondo migliore” per un 2022 pieno di eudaimonìa.
Luciano Zanin