Di chi è la responsabilità?
Un commento alla ricerca “Gli italiani & il Terzo settore“ – Report Swg per VITA
di Luciano Zanin – CEO di Fundraiserperpassione
Domanda: se una persona non mi conosce nel modo in cui io vorrei essere conosciuto, di chi è la responsabilità?
Lo so, potrebbe sembrare una domanda un po’ “fuffosa”, ma in realtà è importante!
Se qualcuno non mi conosce — o non mi conosce come io vorrei — la responsabilità è mia, non sua.
Perché? Perché io so, l’altra persona no.
E se io, che so, non glielo dico… come può saperlo?
Sembra essere questa la cifra che emerge (o almeno quella che più mi ha fatto riflettere) leggendo il paper che Vita ha commissionato a SWG: 🔗 Cosa pensano gli italiani del Terzo Settore
Si tratta di una ricerca che mette a confronto la percezione che gli italiani hanno del Terzo Settore con quella che gli enti del Terzo Settore hanno di sé stessi.
Nelle quaranta pagine del paper (non spaventatevi: è scritto grande ed è pieno di bellissimi e interessantissimi grafici che ne rendono davvero facile e fruibile i contenuti) la discrasia emerge chiaramente.
Non solo rispetto all’attuale percezione del settore, ma anche al ruolo che in futuro potrà e dovrà avere.
Da appassionato del non profit da oltre quarant’anni, e da consulente in fundraising, non posso non attirare l’attenzione su questo tema.
Per esempio, uno dei dati contenuti nella ricerca è anche relativo a come le persone esprimono preferenza nel modo di sostenere le organizzazioni, nei diversi ambiti di intervento: da finanziatori (nel mondo della cooperazione internazionale) o da volontari (nelle organizzazioni sociali e/o religiose).
Un altro paio di dati per farvi ingolosire:
- Tra le persone che si sentono escluse (almeno in parte) dalla società, ben il 64% non ha mai partecipato ad alcuna organizzazione non profit. Questo suggerisce che partecipare al Terzo Settore “conviene”, anche a livello individuale.
- Altro tema: lavoro retribuito e non profit. Un italiano su tre pensa che sia giusto (ripeto: giusto) che i dirigenti delle organizzazioni non profit guadagnino meno – o addirittura nulla – rispetto ai colleghi del mondo profit (🔗 Dan Pallotta docet.).
Eppure, solo il 30% degli italiani sa definire correttamente cosa sia il Terzo Settore.
Forse, se lo sapesse, cambierebbe idea.
Ma torniamo all’inizio: se le persone non conoscono il Terzo Settore, di chi è la responsabilità?
Le conclusioni della ricerca sono interessanti, ma niente spoiler.
Vi invito a studiarle abbonandovi a Vita, perché questa ricerca così come altre che Vita produce, ci permettono di lavorare nel non profit e fare fundraising conoscendo il mondo in cui si opera.
E anche perchè, come dice il profeta Julio Velasco
“la realtà è como è e non come noi vogliamo che sia”.
Molto semplice.