Laura Lugli, direttrice di Fundraraiserpassione ed esperta di peopleraising, intervista Laura Boi, fundraiser presso AIRC Comitato Regionale Sardegna, in occasione della riprogettazione radicale della campagna “Azalee della Ricerca AIRC” a causa dell’emergenza coronavirus.
Come butta Laura? Ci tenevo a sentirti per vari motivi, dovevo venire in Sardegna a Pasqua… avevo voglia di vederti e chiacchierare, quindi ho pensato di farlo ora. Anche perché condividiamo una stessa passione…lavorare con le persone, in particolare con i volontari.
Sii, mai come ora ho capito che il nostro lavoro è bello, perché porta senso. Ho visto che continuare a stare vicino ai nostri volontari con la riorganizzazione della manifestazione di piazza ci ha dato la possibilità di farli sentire vicini e utili in questo momento di emergenza sanitaria. Il volontariato è stato un modo per farci sentire meno impotenti. L’impotenza è un sentimento che abbiamo provato tutti all’inizio, volontari e non! E donare ci ha reso molto meno soli.
Quanta verità Laura, ma credo anche che questo sia possibile se ci concediamo l’opportunità di rivedere un po’ il nostro sguardo sui volontari, e approcciarsi a loro come persone che non fanno solo delle cose, per l’ente ma sono portatori di molte altre risorse. Raccontami meglio come siete organizzati!
AIRC come saprai ha 3 importanti manifestazioni di piazza e sono le principali attività attraverso le quali ingaggiamo i nostri volontari. Tutto l’anno invece lavoriamo per realizzare eventi ideati dalla segreteria organizzativa su tutto il territorio regionale, oltre alle molte iniziative locali proposte dai volontari stessi. Ora che siamo a casa li sento molto di più, e in generale mi piace molto conoscerli, capire meglio chi sono, cosa fanno nella vita…tutti aspetti che poi tornano utili nella collaborazione che attiviamo per le campagne.
Qual è la vostra struttura?
Oltre a me, per la Segreteria Organizzativa del Comitato Regionale lavora la collega referente degli eventi locali. Insieme ci relazioniamo con i capigruppo che sono circa 350 diffusi in tutta la Regione, ogni responsabile ha poi un suo gruppo di volontari più o meno grande. In tutto i volontari AIRC in Sardegna sono circa 800/1000.
Qual è l’età media?
65-70 anni è l’età media soprattutto i capigruppo, a parte le grandi città dove qualcuno è più giovane. Queste figure, preziosissime, i veri motori della campagna, sono volontari AIRC da 20 anni. Poi abbiamo le nuove leve di 25-35 anni, che più o meno sono circa il 20% di tutti i nostri.
Wow siamo partite già alla grande, ma dimmi anche di te. Dove stai passando la quarantena?
A casa, grande, a Quartu Sant’Elena con una bella vista, siamo in due, ci vogliamo bene e ci incontriamo poco… (ndr sarà per questo?)
Cosa ti manca di più?
La libertà di scegliere…la libertà di scegliere di fare quello che mi va quando mi va. E mi pesa molto non poterlo fare, certo che mi mancano amici e familiari…ma più di tutto questo.
Quanto sei stanca di questa situazione da uno a dieci?
In tutta onestà … 5 …. Sono una privilegiata, ho una casa grande, un compagno, una bella vista, vedo la mia famiglia, ho uno stipendio! Non ho proprio cuore di lamentarmi.
Avete fatto le cose in grande quest’anno…Amazon! Come è nata la partnership?
Già quando la manifestazione era ancora lontana, ma c’erano i primi casi di COVID ne abbiamo provate a pensare molte. Nell’arco delle settimane c’è stato un confronto serrato prima per raccogliere indicazioni dai volontari, poi dai presidenti di comitato italiani e poi con la direzione AIRC.
Mettere in sicurezza tutti è stata la priorità, e non abbiamo voluto mettere in difficoltà nessuno, forzandoli a scegliere se starci o meno. Quindi la scelta di andare online senza consegne brevi manu è stata una scelta chiara, una scelta importante. E la partnership con Amazon è nata a livello nazionale. Avevamo già sperimentato il nostro e-commerce per le spedizioni azalee negli ultimi due anni, ma i costi di trasporto erano un tema. Con il COVID probabilmente è stato possibile fare un’accelerata su questo fronte.
Come avete portato la notizia ai volontari? E come hanno reagito all’e-commerce?
Abbiamo iniziato a parlare con loro poco per volta. Dalla prima settimana di lockdown abbiamo iniziato a chiamarli, per sapere come stavano e come il virus si stava sviluppando nei loro Comuni.
Abbiamo cercato di rassicurarli tanto, dicendo di non preoccuparsi di stare al sicuro, che alla manifestazione ci stavamo pensando noi. Se il 10 maggio saremmo potuti tornare in piazza significava che il paese stava meglio. Quindi la Manifestazione si è configurata come un orizzonte comune, per tenere duro in un momento di grande paura e incertezza! Poi i casi di Virus sono aumentati anche nei comuni sardi, la situazione non migliorava…anzi!
Fondazioni AIRC ha deciso di fare una donazione alla Protezione Civile di 1mln di euro, questo ha permesso di rilanciare sul senso di appartenenza e vicinanza dei nostri gruppi. Poter chiamare i volontari e dare questa notizia poco dopo metà marzo, li ha resi orgogliosi di essere parte di un’organizzazione presente e seria, capace di spostare l’attenzione dal suo e aiutare l’intero paese. Questa condivisione ha portato una grande energia e carica positiva.
Poi la comunicazione ufficiale che la manifestazione in piazza non si sarebbe fatta e che avevamo trovato una nuova soluzione: la distribuzione online! Questa nuova soluzione sapevamo che non sarebbe stata per tutti facile e immediata. Il conoscerli molto molto bene ha sicuramente permesso di portare la notizia in modo personalizzato e prevenire molti dubbi, domande e criticità.
Quindi come vi siete mossi? Come si sono organizzati i volontari in questa nuova modalità?
Il motto è stato da subito “Creatività”. Il fatto di non essere più in piazza non significa che non si festeggia più la mamma e non si sostiene la ricerca, ma si tratta di andare a prendere l’azalea in “piazza Amazon” anziché in “piazza Italia”. Ci siamo raccomandati che facessero quello che più si sentivano senza forzare nessuno. Abbiamo cercato di fornire loro gli strumenti, di cui più avevano bisogno per stare in sicurezza, e continuare a rendersi utili per la ricerca e per la loro comunità.
E gli esempi di creatività da parte dei nostri volontari non si sono fatti di certo attendere: in alcuni paesi abbiamo ancora “il banditore” una persona che passa con il megafono per le vie della città a dare gli annunci importanti. In questo paese hanno organizzato l’annuncio delle azalee con il banditore, comunicando che il referente non sarà in piazza come sempre, ma si possono mettere in contatto direttamente per avere la loro azalea.
Da questo capisci anche che le persone aspettano la manifestazione AIRC come una tradizione, la piazza è un evento che fa parte integrante della comunità. Altri volontari con la stessa logica hanno coinvolto i sindaci per avere spazio negli strumenti di comunicazione ufficiali di paese.
Altri hanno l’elenco dei donatori ricorrenti, rubriche probabilmente cartacee (oltre alle ricevute che mandano regolarmente al termine di ogni piazza) e con queste si sono attivati per chiamare i donatori al telefono uno a uno e comunicare direttamente che non saranno in piazza ma trovano l’azalea su Amazon. C’è chi ha usato whatsapp, i social…e chi ha appeso le locandine nei punti vendita aperti.
La più bella… “io non ho ben capito come funziona questa nuova modalità, ma chiedo ad una volontaria più giovane del nostro gruppo” oppure “…la faccio chiamare da mia figlia che poi mi aiuta”. Ognuno di loro ha trovato un suo modo per esserci nonostante il grande cambiamento, che abbiamo chiesto loro! Sono davvero pochissimi quelli più incerti e indubbio sul da farsi.
È stata la pandemia degli entusiasmi!
Avete preparato un tool kit per i vostri volontari?
Non abbiamo realizzato un vero e proprio tool kit perché non risponde alle esigenze dei nostri volontari ma abbiamo cercato di fornire loro ciò che gli serviva per affrontare questo grande cambiamento. Abbiamo mandato un messaggio ad ognuno di loro con il banner ufficiale e lo script di campagna, accompagnato da una nota audio di spiegazione (per dare a tutti un’informazione uguale e in contemporanea). Abbiamo fatto poi un recall telefonico partendo dagli entusiasti e spendendo più tempo su coloro che manifestavano più interesse e maggiore disponibilità a questa nuova forma. È stato un lavoro enorme, ma davvero di grande soddisfazione.
Previsioni sarde?
Sappiamo che i numeri non saranno uguali alle piazze. Fare previsioni è molto difficile vista l’eccezionalità della situazione in cui ci troviamo, diciamo che si lavora giorno per giorno. Dobbiamo tenere conto delle caratteristiche specifiche della nostra Regione: l’età dei nostri volontari, le condizioni socio demografiche della nostra isola, noi viviamo di turismo, e ci sono dei paesi che sono davvero in difficoltà in questo momento.
Quindi si può dire che per necessità avete dovuto cambiare le abitudini dei volontari?
Si hanno reagito complessivamente molto bene con grande prontezza e determinazione. Probabilmente non è cambiato il senso del loro operato: dovevano sollecitare prima una donazione e stanno cercando di farlo anche adesso, con lo stesso entusiasmo di sempre. Il fatto di non conoscere lo strumento digitale non per forza è un limite al risultato da raggiungere, perché cercano di compensare stimolando chi potrà aiutarli nell’utilizzo e nella comprensione di questo.
Grazie Laura, per il tempo che ci hai donato, per il tuo sorriso, la disponibilità e la carica che ci hai trasmesso. Ci risentiamo dopo il 10 maggio! Buona campagna!