Le radici aristoteliche di Eudaimonìa e il ruolo del dono

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L’articolo è stato scritto da Elena Marinoni in occasione del lancio di Eudaimonìa, la Scuola di mestiere per fundraiser promossa da Fundraiserperpassione

 

Le Radici Aristoteliche di “Eudaimonìa” e il ruolo del dono

La filosofia di Aristotele offre una chiave di lettura alternativa alle interpretazioni moderne del termine “felicità”. Anche per Aristotele il concetto di “eudaimonìa” sposa l’idea di realizzazione di sé stessi, del proprio “demone buono” e della propria natura. Tuttavia, lungi dalle interpretazioni moderne, la definizione di “zoon politikon”, ovvero di “animale sociale”, suggerisce che la realizzazione delle funzionalità costituenti dell’essere umano poteva avvenire solo in relazione con la comunità. Il termine “felicità” era attribuito a quell’attività compiuta d’accordo alle virtù più complete, ovvero proprio quelle virtù dirette non solo agli individui stessi, bensì verso gli altri. La comunità, a sua volta, era l’arena di esibizione della felicità, cioè la realizzazione di sé stessi e delle proprie funzionalità di “animale sociale”. Il senso eudaimonico di felicità, quindi, non si limita alla realizzazione individuale, ma inserisce quest’ultima in un contesto comunitario dove oltre le tecniche si costruiscono valori ed obbiettivi a servizio della comunità, per realizzare il proprio “demone” e contribuire al contempo al bene comune.

Il dono diviene quindi uno strumento quasi tipico per realizzare se stessi in relazione con gli altri e quando si parla di dono allora il fundraiser ne diviene, dopo il donatore e il beneficiario, l’interprete principale. Questa originale figura professionale, dal punto di vista dell’efficacia dell’utilizzo delle risorse di cui la comunità è dotata, ma non utilizza o comunque non usa appieno, esercita quindi un ruolo di “community manager” facendo incontrare i desideri e le disponibilità dei donatori con i desideri e i bisogni di coloro che ne beneficia, attraverso l’utilizzo delle sue imprese più tipiche: le organizzazioni non profit.

In questa visione, non si tratta quindi più di re-distribuire risorse, ma di creare bene comune e valore condiviso mettendo a frutto quello che c’è e, di fatto, moltiplicandolo.

Elena Marinoni, 21 anni, sta per concludere il ciclo di Laurea in “Philosophy, International Studies and Economics” all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Diplomata al Liceo Linguistico D.G. Fogazzaro di Vicenza. L’approccio poliedrico dei suoi studi arricchisce la visione della realtà che la circonda, cosa che ha potuto allenare anche durante un semestre di Erasmus ad Ankara, la capitale turca e durante un anno di studi in Honduras in quarta superiore. La sua curiosità la spinge a ipotizzare l’avvio di buone pratiche di collaborazione tra Paesi diversi, ispirandosi al bene comune.

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